Stupire gli invitati, ma anche sfoggiare una lunch-box d’effetto e in grado di lasciare a bocca aperta (e magari anche con l’acquolina in bocca) i colleghi? Semplice a dirsi, non altrettanto a farsi nonstante la globalizzazione anche dei gusti e delle usanze gastronomiche. Eppure ci sono un paio di soluzioni (e anche qualcuna in piu’) che “per sentito dire” , forse, sono abbastanza conosciute, ma che in realta’ ben pochi sanno esattamente di cosa si tratta. Colmiamo dunque questa lacuna e godiamoci sapori insoliti e decisamente sfiziosi.
CAVIALE DI LIMONE: UN AGRUME IN PUNTA DI DITA
Letteralmente sarebbe lime dalla forma di dito (Finger Lime), ed in effetti la forma oblunga ed affusolata ricorda quella del dito di una mano. In realta’ il Microcitrus (o solo Citrus) australasica, è un agrume che cresce nella zona costiera orientale subtropicale australiana. In natura si presenta come un albero del sottobosco dall’altezza variabile di tre-cinque metri. Ha un fogliame rado, cresce molto lentamente e impiega molti anni prima di riuscire a produrre frutti gustosi. In realta’ alcuni botanici esperti hanno notato che se sottoposto a condizioni di stress ambientali “controllati” la produzione aumenta in maniera esponenziale. A livello genetico vi e’ una ampia gamma di tipologie di frutto che differiscono gli uni dagli altri per forma, dimensioni ma anche colore della buccia e sopratttto, come abbiamo visto, delle vescicole. In Italia quei pochi che gia’ lo conoscono ed hanno imparato ad apprezzarlo lo chiamano Limone caviale perche’ la polpa e’ composta da tante piccole vescicole, piene di succo che ricordano ‑ma solo nella forma- le uova di caviale e possono presentarsi in diverse sfumature di colore: dal verde, al giallo, al rosa, al rosso chiaro fino al magenta intenso. Se il frutto viene spezzato in due parti, le sferette sgorgano all’esterno, come tante piccole caramelle. Il gusto a seconda del grado di maturazione varia dal selvatico all’aromatico fruttato. Simile per proprieta’ e contenuto organolettico agli altri agrumi favorisce la digestione, e’ naturalmente rinfrescante e presenta un buon contenuto di vitamina C e B6, acido folico e potassio proprio come il limone.
IN CUCINA
Il Finger Lime e’ perfetto per decorare o dare un tocco esclusivo a pietanze a base di pesce o verdure di stagione, per decorare cocktail ma anche dolci al cucchiaio ed esaltarne la cremosita’. La riprova del successo crescente è data dal fatto che sempre piu’ chef pluristellati lo inseriscono come ingrediente nei propri piatti. Un esempio? Dominque Creen e’ la World’s Best Female Chef del 2016 e adora il finger lime. E il suo piatto-creazione preferito e’ proprio la capasanta con finger lime e ananas fermentato dove l’acidità delle “perle” del finger lime esplode sul finale per una sensazione di pulizia e freschezza.
IL CONSIGLIO EXTRA: In vendita si trovano anche frutti simili al Finger Lime: si tratta di un ibrido americano noto con il nome di vero nome faustrime che non contiene assolutamente perle al proprio interno e presenta semplicemente un sapore piu’ amarognolo rispetto al limone comune.
ERBA OSTRICA: FRA MARE E ORTO IN UN PIATTO
Originaria delle coste del Nord della Scozia, la Mertensia maritima è una piantina perenne dal fogliame morbido e di colore blu-grigio (simile alla salvia per certi aspetti ma dalla sfumature di blu molto piu’ intense). Cio’ che colpisce e’ l’aspetto “morbidoso” delle foglie stesse, che in un certo senso ricordano quelle di alcune cactacee esotiche. Le foglie di ostrica sono del tutto prive di odore, ma sprigionano il loro gusto intenso e persistente quando vengono masticate. Molto apprezzate dai vegetariani e non solo quando si tratta di “reinterpretare” piatti onnivori in chiave veg, sono perfette anche per arricchire insalate oppure assieme a crudite’ di stagione. Le foglie di ostrica, dunque, grazie al loro gusto particolare e alla consistenza croccante, si prestano ad essere consumate al crude, al naturale ma anche lessate per una insolita versione “al sapore di mare” dei piu’ comuni spinaci. Ottime come guarnizione edibile di ogni tipo di piatto a base di pesce crudo o cotto, sono sorprendenti anche come ingrediente “segreto” per sughi a base di verdura o per esaltare quelli a base di pesce e molluschi. Le foglie di ostrica sono molto utili per la salute in quanto contengono buone quantita’ di zinco e manganese, ma anche ferro e potassio e possono essere consumate senza timore anche da chi soffre di ipercolesterolemia e disturbi circolatori ad esso collegati ma attenzione a non cuocerle troppo perchè le loro proprietà sono meglio conservate a crudo.
IL CONSIGLIO PIU’: Due fette di pancarre’ ai cereali o integrali tostate, foglie d’ostrica all’interno in filo di olio extravergine di oliva ed ecco uno snack salutare dal sapore di mare.
SI SCRIVE POKE’ E SI PRONUCIA POH-KAY
Il poke è uno degli antipasti tipici hawaiiani. Si tratta di un’insalata di pesce crudo fatto marinare brevemente, arricchita da diversi ingredienti saporiti come il peperoncino e il cipollotto. Il termine poke indica, nella lingua hawaiiana, il taglio del pesce a cubetti che conosce tante varianti di condimenti e abbinamenti come quella influenzata dalla cucina asiatica, con l’impiego dell’olio di sesamo e salsa di soia, usati per la marinatura. Tradizionalmente il poke si prepara con il tonno, ma la versione attuale e più creativa del pokè prevede l’impiego di diversi tipi di pesce (anche all’interno di una singola ricetta), ma di solito non mancano mai tonno (per un perfetto ahi poke) oppure il polpo o il salmone (anche in versione affumicata) da unire poi ai diversi tipi di crostacei e uova di pesce. Anche la base vegetale composta da verdure variopinte si affida spesso a pomodori e cipolle come leit motiv e poi viene personalizzata a seconda del gusto del cliente (o dello chef stesso) unendo peperoni dolci, o per chi non teme il “fuoco” piccole delizie piccanti, cetrioli, olive e insalate gustose fra cui spiccano la valeriana e l’indivia. Ma il poke’ e’ anche un piatto estremamente equilibrato dal punto di vista nutrizionale visto che lo si accompagna quasi sempre con riso lessato (basmati o per un tocco ultra esotico nero venere). I puristi terminano qui l’elenco degli ingredienti, mentre chi ama le salse e preferisce una versione di poke piu’ ricca e cremosa puo’ aggiungere maionese, o wasabi o l’insolita sriracha a base i peperoncini. Occorre pero’ fare attenzione a non esagerare con le salse per due motivi: prima di tutto per non sbilanciare con i grassi essendo questo è un piatto di per se’ nutrizionalmente molto equilibrato e poi perchè il pesce viene già preventivamente marinato nella salso di soia quindi possiede gia’ un proprio gusto molto deciso.
IL CONSIGLIO PIU’: Se si vuole conferire al poke una forma insolita si puo’ cercare in qualche locale specializzato la sushi cake. Gli ingredienti sono simili a quelli utilizzati per il poke’ sushi (pesce crudo, alghe, riso) ma invece che essere disposti coreograficamente nel piatto vengono impilati in maniera creativa uno sull’altro fino a creare una mini cake dall’aspetto insolito ed invitante
ZUPPA DELLE MIE …RAMEN!
Il ramen è un tipico piatto giapponese che ha origini cinesi molto antiche e poco conosciute. Il significato della parola non è certo, le teorie più diffuse associano il termine ramen al tipo di pasta usata per la preparazione, altre sostengono che il termine indichi il gesto del “mescolare” il brodo con altri ingredienti. Il ramen è un piatto molto sostanzioso di cui esistono innumerevoli varianti, ogni località giapponese ha la propria versione di ramen. Quella più conosciuta è con i noodles, un tipo di pasta diffuso nei paesi asiatici dalla forma lunga e sottile simile ai nostri spaghetti che si prepara con un impasto semplice base di farina e acqua; serviti in brodo di carne e/o pesce, insaporito con salsa di soia o piu’ frequentemente miso e guarnita con alghe secche o cipolla verde. Probabilmente molti di noi sono venuti a conoscenza di questo piatto notandolo nel bel mezzo di alcuni cartoon giapponesi in tv dove i personaggi erano mostrati gustare rumorosamente questi spaghetti. Questa “zuppa”, in Giappone, è cibo da tutte le ore (i salary-man ossia gli impiegati giapponesi lo mangiano, di solito, prima di tornare a casa con l’ultimo treno) ma anche i teen ager e impettiti uomini d’affari fanno spesso la fila davanti ai chioschi che lo servono. La ricetta, alquanto laboriosa prevede di lasciare sobbollire a lungo ossa e pancia di maiale, pollo a pezzi, verdure e funghi shiitake, oltre a spezie che variano da zona a zona. Dopo aver fatto cuocere a lungo questi ingredienti il brodo viene sgrassato e messo nella ciotola assieme alla carne, alle verdure, a un uovo sodo tagliato a meta’ e infine completato dai famosi spaghetti.
IL CONSIGLIO PIU’: Per una versione extra esotica del ramen si puo’ aggiungere del fette di naruto, un rolle’ di pesce tipo surimi caratterizzato, al suo interno, da una spirale rossa o rosa che ricorda i gorghi di Naruto nello stretto omonimo fra Awaji e Shikoku in Giappone